Intervista a Marilena Vita
Tra performance, video, fotografia e pittura la ricerca artistica di Marilena Vita è ricca di linguaggi e mezzi espressivi che mettono al centro l’artista e il suo paesaggio interiore e fisico nella continua ricerca dello spazio dell’espressione e della rappresentazione.
La sua attività artistica si arricchisce e si completa mediante un continuo scambio con il pubblico, la didattica e la ricerca che nella cornice dell’isola di Ortigia a Siracusa si concretizza nello studio/galleria Viglienasei Art Gallery.
Chi è Marilena Vita? Ci racconti brevemente di sé…
Rifletto da un po’ a questa domanda. Me lo chiedo anch’io molte volte. Non so dire chi sono, a parte il mio nome, so di cosa mi occupo, so che a un certo punto l’arte è entrata prepotentemente nella mia vita e non è più uscita.
Marilena Vita è un’artista che pensa da artista e come un’artista crede che l’arte sia un modo di vedere la vita, un mezzo straordinario per comunicare con l’altro.
Il mio linguaggio fa uso di molteplici mezzi e tecniche che mi sono da supporto per farmi capire e che uso all’occasione come una poliglotta.
Diversi critici e storici dell’arte ma anche scrittori e poeti hanno scritto sul mio modo di comunicare.
Ed io vorrei farmi aiutare da loro per cercare di rispondere a questa difficile domanda.
Gillo Dorfles : “Ha saputo creare, nella pittura, un genere di tecnica del tutto insolita ma in un certo senso indispensabile per dar vita alle sue ultime creazioni (…) L’ampia gamma di operazioni già compiute dall’artista nel settore della performance e della fotografia di grande efficacia teatrale – hanno lasciato il posto ad un’inedita forma espressiva. Pigmenti diluiti che acquistano l’aspetto di personaggi astratti. Esse presentano un’organicità non meglio precisata ma comunque parente ad una naturalità vitale.
Edward Lucie Smith: “Marilena Vita trova modi affascinanti e altamente originali per affrontare la pittura. Vita, all’opposto di Kandinsky, sembra volere iniziare da un’idea astratta che poi evolve verso la figurazione ma che viene colta nel bel mezzo della sua evoluzione. Ogni opera è in divenire” (…)
Carmelo Strano: “Che sia fotografia, performance, dipinto, video, Marilena Vita naturalmente comunica e commuove. In maniera ambigua ” gioca”. Il suo messaggio è per così dire “ingabbiato” da un’ellisse e riesce a strappare la complicità del fruitore. La sua fotografia è il dominio in cui la performance e il video vengono esaltate. E cantano un unisono gregoriano. Non privo di sacralità. Anche quando il corpo si accampa con prepotenza non solo come protagonista inevitabile della scena ma anche quale deuteragonista naturale dell’autocoscienza dell’artista” (…)
Ante Glibota: “L’artista Marilena Vita non si nega nulla, pur rimanendo libera, sovrana, e pur mettendo in gioco liberamente le sue emozioni, le sue origini, le sue vestigia, il suo ambiente nativo, i tempi antichi e moderni.. Fonde nel suo lavoro la bellezza dei paesaggi siciliani, con il loro rigore tra montagne campi di ulivi e la pietra così tipica della Sicilia, paesaggi a suo tempo celebrati dai poeti greci” (…)
Gèrard Georges Lemaire : “In cima ai suoi pensieri ci sono i sogni, ma c’è anche di più. Ci mette davanti a cose che non riusciamo a capire ma che in qualche modo sentiamo familiari. Assurdo? E già. Anche. Crea una situazione paradossale: non reale e non completamente irreale. C’è bellezza nelle sue creazioni ma tutto si carica di un gusto amaro. E siamo costretti a rifletterci sopra” (…)
Aldo Gerbino: …questa caparbia sua percorrenza visuale, mossa e articolata tra rappresentazione cinetica ed evocazione, tra l’esigenza di una carnale appropriazione del territorio e l’assorbimento ora tattile (usufruendo delle suggestioni fiber), ora olfattivo, ora per la sua completezza visiva e mnemonica di culture inasprite su tale suolo e in un certo senso pronte a materiarlo (…)
Un operato artistico intenso che muove tra fotografia, performance e pittura. Su cosa si orienta principalmente la sua ricerca?
La mia ricerca è mossa da un’esigenza carnale per la rappresentazione, si avvale costantemente di una sinestesia dei mezzi impiegati, che vanno a colmare il bisogno di esprimersi attraverso il senso della vita. Tutto avviene tra fusione del messaggio e spinta poetica.
Quali sono i suoi punti di riferimento nel mondo dell’arte contemporanea?
Qualcuno mi ha accostata a Francesca Woodman per la per la mia propensione a saldare la presenza del corpo con uno spazio metafisico. L’ambiguità che si percepisce nelle mie opere non è certo travestimento (come accade con Cindy Sherman) ma è il filo rosso che lega tra di loro i possibili significati di un “segno ambiguo” dove ciò che è potrebbe essere anche altro.
Di recente si è inaugurato lo spazio Viglienasei Art Gallery aprendo al pubblico, ad altri artisti e cultori dell’arte il suo studio siracusano.
Dopo aver girato in vari Paesi, da circa un anno ho sentito la necessità di avere uno studio a Ortigia, una spinta, quasi un volermi conoscere attraverso il contatto del luogo di origine.
L’idea del mio studio, la mia esperienza maturata in campo artistico, uno spazio ricco di memoria hanno dato vita a un’idea di luogo creativo che può diventare un libero crocevia di flussi culturali protesi al dialogo internazionale.
Perché uno spazio dedicato ai linguaggi visivi contemporanei ad Ortigia? Che taglio ha lo spazio? Che programmazione?
Ortigia è un luogo magico, io amo molto le isole… Non riesco a stare molto tempo senza vedere il mare.
L’idea dello spazio Viglienasei è quella di un accogliente luogo d’incontro in cui l’arte possa confrontarsi, attraverso gli spazi per esposizioni al chiuso, ma dove si può trovare respiro nel piccolo cortile all’aperto, in cui realizzare concerti, eventi culturali ecc.
C’è stato un evento o un incontro in particolare che le ha fatto capire che era giunto il momento per lei di aprire questo spazio?
Forse inconsciamente ho intuito che avrei potuto dare un po’ della mia esperienza ai giovani che hanno voglia di scommettersi nel campo culturale e artistico. E c’è ne sono tanti.
Punti di forza e punti deboli di aprire uno spazio a Siracusa?
In un dipinto abbiamo le linee di forza, visibili o immaginarie, che guidano l’osservatore verso dei punti che l’artista ritiene significativi per la lettura dell’opera. Viglienasei art gallery è un punto di forza, dove spero che giovani menti creative si possano trovare in un reticolato di forme espressive capaci di lasciare il proprio segno.
Alla ricerca artistica associa l’insegnamento universitario presso la SDS di Architettura di Siracusa. Quanto influisce l’attività didattica nello studio e nella produzione artistica?
Non è la mia attività artistica ad essere influenzata dall’insegnamento ma è la mia esperienza di artista che riesce a influenzare il dialogo con gli studenti.
Da poco ho pubblicato un saggio dal titolo “L’arte come flusso nell’opera partecipata” dove parlo anche dell’insegnamento della Storia dell’arte come possibilità di provocare la creatività negli studenti. Questo a patto che nasca un dialogo fondato appunto sull’interesse a partecipare ad essere parte dell’evento.
Ritengo che una didattica dell’arte basata sulla teoria o sull’astrazione risulti poco efficace sul piano delle spinte partecipative. Personalmente ho colto spesso negli studenti una grande urgenza di autonomia creativa mista a una inadeguata comunicazione da parte delle istituzioni e della società stessa. Il docente-artista ha maggiori possibilità – rispetto allo storico puro – di costruire uno spazio dove svolgere questa esperienza relazionale.
Come definirebbe il panorama artistico siciliano? Esiste una rete o un sistema dell’arte dove lo scambio tra individui, operatori e istituzioni pubbliche e private possa definirsi maturo?
La Sicilia è un flusso vitale che cerca di aprirsi culturalmente al mondo perché ne ha le qualità storiche, territoriali e climatiche. Patria di uomini e donne geniali, che spinti da un amore per il proprio territorio si sono distinti nel mondo, con il dispiacere di abbandonare la propria terra. Chi si occupa di arte in Sicilia ha bisogno di sostegno, da parte delle istituzioni e specialmente dei privati, educando e formando un collezionismo giovane che darebbe linfa all’arte.
A quali progetti sta lavorando per i prossimi mesi?
Sono appena rientrata da Milano dove si è concluso un progetto di una mia performance “Quando D IO era anche femmina” a Villa Larese Lucini a Osnago, (LC). Sto già lavorando a un progetto per una personale impegnativa che si inaugurerà il 1° di Dicembre ad Amsterdam, e nel 2019 a Parigi.
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(copertina) Untitled – photographic print, plexiglass dibond, 40×60 cm.
(1) Inanna – 2016 – printing giclee in plexiglass dibond, 40×60 cm.
(2) Narcisa – 2018 – printing giclee in plexiglass dibond, 40×60 cm.
(3) My house – 2012 – printing giclee in plexiglass dibond.