Una breve riflessione ‘postcoloniale’ sulle opere di Zanele Muholi
di Salvatore Davì
L’immaginario fotografico di Zanele Muholi (Umlazi, Sudafrica, 1972) si sofferma sugli stereotipi che caratterizzano da decenni la rappresentazione del corpo nero femminile; il suo lavoro sembra disconnettere il meccanismo di produzione di immagini che incarna i modelli delle storiche catalogazioni etno-antropologiche di stampo coloniale. Muholi ricambia lo ‘sguardo bianco’ che per molto tempo è stato il detentore della rappresentazione dell’alterità, oltre ad aver avuto un ruolo fondamentale nella codifica in negativo delle differenze etniche, sociali e sessuali. Il monopolio di un immaginario occidentale che recinta l’altro, attraverso un dispositivo di riconoscimento e disapprovazione, ha comportato la rimozione della diversità dallo statuto di ‘civiltà’ per via della minaccia che potenzialmente comporta. Allo sguardo voyeuristico e scientifico, dove il soggetto diventa oggetto patologico e privo di identità, l’artista contrappone degli sguardi consapevoli, dei nomi, delle storie che producono auto–rappresentazioni. La mostra di Muholi presso Palazzo Ziino a Palermo, organizzata da Francesco Pantaleone e Antonio Leone (Commissione Arti Visive Palermo Pride), mette in crisi lo stereotipo di una sessualità ‘giusta’ e definita e decostruisce il concetto di etnicità; dall’altro lato evidenzia il potere auto-narrante di quella che per la whiteness è la subalternità.
Il nodo della ricerca di Muholi è dunque il corpo inteso come terreno a partire dal quale decostruire le narrative stereotipate sulla caratterizzazione etnica e sessuale, ma anche sulle distanze socio-culturali che distinguono gli strati sociali urbani e suburbani; l’intento sembra quello di scardinare definitivamente il concetto di ‘corpo politico’ che sottintende l’idea di controllo, sorveglianza e regolamentazione esercitata sui corpi (Cfr. Michel Foucault, Surveieller et punir. Naissance de la prison, Gallimard, Paris 1976; trad, it. Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1993).
La mostra rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione e nel percorso che porterà al Pride nazionale che si svolgerà in città a giugno 2013.
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Palazzo Ziino, Palermo
18 Gennaio – 17 Febbraio 2013
Palermo Pride 2013 e Assessorato alla cultura del Comune di Palermo
Coordinamento progettuale e organizzativo:
Francesco Pantaleone e Antonio Leone
Commissione Arti visive Palermo Pride
Catalogo a cura di:
Antonio Leone e Francesco Pantaleone
Testi di:
Francesco Giambrone,
Assessore alla Cultura Comune di Palermo
Giulia de Spuches e Titti De Simone,
Comitato Palermo Pride
Francesco Pantaleone,
Responsabile commissione Arti Visive
Palermo Pride
Contributi critici:
Agata Polizzi
Titti De Simone e Silvia Scerrino (Difficult Love)
Progetto Grafico:
Donato Faruolo
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In collaborazione con
Edizioni di Passaggio
edizionidipassaggio.it
Info
segreteria@palermopride.it
3802003336
(1) Katlego Mashiloane and Nosipho Lavuta, Ext. 2, Lakeside, Johannesburg 2007, © Zanele Muholi, Courtesy of Stevenson, Cape Town and Johannesburg
(2) Katlego Mashiloane and Nosipho Lavuta, Ext. 2, Lakeside, Johannesburg 2007, © Zanele Muholi, Courtesy of Stevenson, Cape Town and Johannesburg
(3) Oyama Mbopa, Athlone, Cape Town, 2010, © Zanele Muholi, Courtesy of Stevenson, Cape Town and Johannesburg
(4) Pam Dlungwana, Woodstock, Cape Town, 2010, © Zanele Muholi, Courtesy of Stevenson, Cape Town and Johannesburg