Stendalì
Una sagra (di arte) contemporanea
Stendalì – suonano ancora | una sagra contemporanea è una rassegna di due giorni che ha avuto luogo a Catania, presso lo spazio indipendente di viaraffineria in collaborazione con OPERA festival. Incontri, performance, installazioni video e sonore grazie alle quali artiste/i e pubblico hanno riflettuto insieme sul ruolo assunto dal folklore nella cultura contemporanea.
Giuseppe Di Liberto, Gaia Ginevra Giorgi e Vittoria Assembri, Alice Minervini e Riccardo Guimarães, Agostino Quaranta sono i protagonisti e le protagoniste delle due giornate curate da Ilaria Leonetti e Rosita Ronzini.
Tra il 28 e il 29 aprile lo spazio, connotato dalla sua solare foresta di piani metallici, è stato animato da incontri, performance, installazioni video e sonore grazie alle quali artiste/i e pubblico hanno riflettuto insieme sul ruolo assunto dal folklore nella cultura contemporanea.
La convivialità è una delle idee portanti del progetto che, grazie alla collaborazione con Panopticon, ha potuto esprimersi nel format “Alla Romana“. Insieme al momento del pranzo – nella sua prima versione sicula – artiste/i e partecipanti alla rassegna hanno condiviso idee ed esperienze. I risultati di questi scambi, intorno alle tematiche affrontate durante Stendalì, verranno ripresi e approfonditi in una pubblicazione futura, grazie alla collaborazione con Panopticon che ne curerà l’identità visiva.
Uno dei punti di partenza comuni degli/lle artisti/e di Stendalì è indagare quali fenomeni culturali stiano sparendo.
Il progetto ha previsto al suo interno la seconda residenza d’artista di viaraffineria, in collaborazione con Fondazione OELLE Mediterraneo Antico (Aci Castello).
Giuseppe Di Liberto (Palermo,1996) dal 19 al 26 aprile 2023 ha sviluppato un lavoro di ricerca sul territorio che è culminato nell’opera Con una dolce melodia all’orecchio mi accingo a discendere il cielo, presentato durante i giorni della rassegna.
Una composizione cruciforme di palloncini incornicia il video delle prove per il Venerdì santo di una banda della provincia di Palermo. Il lavoro mostra l’arrangiamento per complesso bandistico del brano Angelo mio di Niko Pandetta, celebre cantante catanese, testimoniando la fusione del genere neomelodico e dell’estetica dei culti mortuari del Sud Italia. Giuseppe Di Liberto ha raccolto un’antologia di video amatoriali trovati sulla piattaforma Tiktok, che ha reso consultabile in mostra tramite un QR code. Uno spettacolo pirotecnico è seguito alla proiezione del video presso viaraffineria. I cantanti neomelodici spesso includono nelle loro performance fuochi d’artificio, ricorrenti in corrispondenza del compleanno dei defunti nel triangolo neomelodico costituito da Napoli, Palermo e Catania.
Dal video si passa al sonoro con l’installazione di Gaia Ginevra Giorgi e Vittoria Assembri. Inforestarsi permette infatti una doppia immersione: nel bosco metallico dello spazio espositivo e tra le vie di Catania. Le artiste infatti hanno mappato la città tramite field recording che hanno in seguito processato e trasformato in varchi spazio-temporali da percorrere seguendo le indicazioni relazionali e giocose scritte dalle artiste per il pubblico. La mostra è divenuta quindi un luogo di incontro potenziale, come il mercato o la piazza in festa.
Questa idea è rimarcata dalla performance di Agostino Quaranta, che ha fatto danzare il pubblico di Stendalì, al ritmo di TurboSud, Tecnopizzica. Il genere, che parrebbe un’ibridazione odierna di musica tradizionale salentina ed elettronica, è erede di una serie di esperimenti risalenti alla prima metà degli anni novanta del secolo scorso, in seguito alla diffusione dei primi computer in commercio. TurboSud è parte di un progetto più grande: creare una piattaforma di archiviazione, discussione e diffusione che abbia per oggetto questo e altri tipi di musica folkloristica dimenticati – quali il neomelodico e quello che ingloba le marce funebri del Sud Italia – per esplorarne nuove possibilità estetiche, declinata in mostra anche attraverso l’installazione Turbo Sud – 12-3 / – 1.8 [Tecnopizzica].
Infine le performance I Keep Having Dreams within Dreams di Alice Minervini e This Could Be a Spell di Alice Minervini e Ricardo Guimarães evocano, tramite il solo medium della voce umana, le figure transculturali, folkloristiche e mostruose della sirena e della pacchiana.
La prima prende la forma di una meditazione cullata tra le onde sonore, marine e quelle della navigazione online. L’autofiction diventa mezzo di trasporto dalla dimensione individuale del ricordo a quella politica dell’azione collettiva. This could be a spell, come un incantesimo, trasforma i movimenti del pubblico in luci, suoni e li riconduce ad antiche gestualità rituali.
Queste pratiche in via di estinzione possono costituire dei metodi di lettura alternativa della realtà e impostarne la trasformazione?
La rassegna apre la domanda lasciando intravedere percorsi e possibilità attraverso i lavori delle/gli artiste/i. Il format così creato all’interno dello spazio di viaraffineria rende praticabili i valori della convivialità e della condivisione di esperienze, costituendo un terreno fertile di riflessioni partecipi e costruttive.