Sicily Art Residence Programme (SARP):
una nuova residenza d’artista a Linguaglossa
e l’inaugurazione della mostra Citronella
di Anna Papale e Alessandra Tomasello
A breve si concluderà la preziosissima esperienza del SARP – Sicily Art Residence Programme che colleziona il primo di una lunga serie di successi grazie all’organizzazione di una residenza per artisti di portata internazionale approdata quest’anno alla sua prima edizione. L’organizzazione ha dato non solo la possibilità agli artisti di fruire di un nuovo territorio e realizzare delle opere da aggiungere al loro portfolio, ma anche l’opportunità alla nostra terra di essere conosciuta sotto molti aspetti.
Il progetto ha avuto luogo nella lussureggiante tenuta di Palazzo Previtera (sito in Linguaglossa – Ct) che ha ospitato tre artisti emergenti lanciati a livello globale proprio grazie al SARP tra cui Luke George, di Liverpool dalla John Moore University; Iseault Perrault, francese e vincitrice di un master al Royal College of Art di Londra; Adrian Schachter, studente statunitense della School of Visual Arts di New York City (per saperne di più, scopri le interviste sul nostro sito).
I giovani artisti hanno alloggiato per tre settimane alle pendici dell’Etna lasciandosi avvolgere dall’atmosfera a dir poco calda e ricca di stimoli che suscitano la flora e la fauna siciliana. Non per nulla, la mostra conclusiva che ha raccolto i frutti di questo progetto ha preso l’ironico ma allegorico titolo di “Citronella” da un’idea di Maria Principato, fondatrice del SARP.
In residenza gli artisti hanno approfittato non solo della natura in cui erano immersi ma anche dei workshop organizzati appositamente, come quello diretto dall’artista israeliana ma impiantata negli Stati Uniti, Ophrah Shemesh (di cui rimandiamo alla sua intervista) dal forte approccio tecnico.
Le opere, realizzate durante il periodo di residenza, sono state esposte nei magazzini del Palazzo Previtera, luogo di sperimentazione e produzione insieme, la cui funzione si riverbera nell’operato degli artisti che si è articolato in dialetti diversi pur parlando la stessa lingua, ovvero la pittura.
Dal trittico di Luke George si può facilmente evincere come abbia deciso di agire di impulso, decisamente influenzato dal calore del sole che si trasfigura in pittura attraverso la scelta di tonalità bollenti e l’integrazione del suo autoritratto a dimostrazione di un forte coinvolgimento nell’agire artistico. I suoi paesaggi sono ambivalenti poiché il biomorfismo rappresentato può riferirsi e al microcosmo osservabile tramite lente di ingrandimento degli appezzamenti di terra che circondavano l’artista e a un paesaggio sottomarino; tuttavia entrambi facilmente rintracciabili nel paesaggio siciliano.
La Iseault Perrault decide di dare una sferzata quasi reazionaria al linguaggio pittorico in quanto mette in mostra una vera e propria installazione. La giovane artista è stata maggiormente colpita dai brulli sassi di alcuni dei nostri sentieri aridi a cui però ha voluto restituire colore e dinamicità attraverso l’inserto di ruote che rendono l’opera interattiva e percorribile attraverso le lingue di un rosso lavico. Come per amplificare il loro effetto, l’artista decide di inserire a parete dei collages, chiari e animosi riproposizioni della flora siciliana che richiamano dei veri e propri davanzali da cui affacciarsi per osservarne i fiori germogliati.
Infine Adrian Schachter decide di omaggiare la famiglia ospitante proponendo una sua personalissima rivisitazione di un ritratto di un avo nel quale include dettagli di matrice naturale in linea tematica con la mostra. Le sue opere sono allestite come le più belle maioliche siciliane a parete che lasciano intravedere insetti e rettili dei nostri giardini, le cui cornici hanno portato con sé pezzi dei loro habitat come manciate di rametti e fili d’erba, ma ancora gatti dai colori psichedelici e fauna del luogo dietro cui si erge il monte Etna. La pittura non smentisce l’interesse materico dell’artista che lascia appunto che i suoi dipinti e assieme ad essi i personaggi che li abitano ne vengano fuori quasi in 3D.
La serata di apertura ha visto accorrere ospiti internazionali e la gentile accoglienza dell’artista Guy Yanay che ha augurato agli artisti in mostra un percorso ricco di successi a partire proprio dalla prima edizione SARP che li ha visti protagonisti.
Il Sicily Art Residence Programme diventa così un’originale occasione per giovani artisti di entrare in contatto con nuove esperienze di formazione artistica e culturale e, allo stesso tempo, crea l’opportunità di promuovere il panorama dell’arte contemporanea internazionale in Sicilia tramite una proposta dal respiro cosmopolita.
In copertina: Installazione Iseault Perrault, 2019 – Crediti fotografici Benedetta Mori