REMEMBRANCE FROM THE LETHE: CO_ATTO
La seconda mostra di Co_atto Remembrance from the Lethe, visitabile fino al 9 luglio 2021, ruota intorno a un concetto chiaro e ben definito già dalle prime delle 18 vetrine: lo sviluppo processuale e partecipativo che l’archivio ha ed è. Duecento metri di corridoio presso la stazione di Porta Garibaldi accolgono un percorso interdisciplinare che apre la riflessione verso il “site specific”, e per lo spazio e per le intenzioni di Co_atto. Il percorso è ben definito ma lascia spazio a una democraticità, così come dice Marta Orsola Sironi, che è propria di Co_atto e dello spazio stesso, a disposizione presso il passante ferroviario. Le vetrine sono sì fruibili seguendo il percorso definito e proposto, ma è possibile muoversi in maniera libera così da mettere in evidenza la possibilità di composizione e scomposizione di esse.
Si inizia con la vetrina “intercambiabile”, quella del fumetto, che ospita Esther Macmanus ed è a cura di SerT, fumettista bergamasco; introduce a un’idea di interdisciplinarità che sfuma il percorso espositivo attraverso la fotografia, il fumetto appunto, e l’interazione con l’esterno. Capita, infatti, che sulle vetrine venga rilasciato un tag da parte di writer/vandal che sembrano voler dichiarare approvazione o meno nei confronti di quanto esposto.
L’interdisciplinarità della mostra si definisce ulteriormente con la vetrina dell’Archivio di Co_atto, un progetto in costruzione che mostra un contenuto ancora minimo ma destinato ad espandersi, attraverso donazioni, e con la costante presenza di Red_atto, fanzine cartacea a cadenza settimanale che rimarca il concetto di democraticità delle mostre presentate nell’ambito di Co_atto; propone infatti una interdisciplinarità attraverso filosofi, neurologi, analisti, che intervengono con argomentazioni varie su tematiche che spesso sono cardinali per lo sviluppo di una mostra o pensiero espositivo.
Gli artisti della mostra Remembrance from the Lethe agiscono portando un’analisi del contemporaneo, personale e generale, che vuole in tutto e per tutto fare da contenitore di memorie, di sensazioni legate al viaggio o a un determinato luogo caro, di mondi inesistenti ma presenti, di celebrazione della bellezza, di sviluppo di tecniche o di ritorno ad alcune ben precise di esse… con la ferma intenzione di essere processo e partecipazione, di lasciare traccia.
La visione e l’azione contemporanea dell’arte sembra sempre più partecipativa e più vicina al fruitore, soprattutto quando questi non è addetto ai lavori; la descrizione è quella di un’epidemica presenza di arte che possa coinvolgere tutti in un contagio positivo proveniente anche dai luoghi meno convenzionali, come il passante ferroviario di una stazione, ad esempio. La prima mostra di Co_atto ha avuto questo intento, per confermarsi e dichiararsi come progetto attivo in questo contagio che, finalmente, ha trovato il suo sblocco e sbocco negli ultimi mesi.
ph Antonio Silvestri
Courtesy Co_atto and the Artists