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Premio Lissone

Una rinnovata visione per il 2023

 

Il 13 maggio al MAC è stato inaugurato il Premio Lissone 2023, visibile fino al 17 settembre. L’edizione di quest’anno presenta una nuova struttura, ideata dalla direttrice Francesca Guerisoli, che prevede la partecipazione di quattro curatorə e mira a restituire una visione eterogenea, complessa e più completa della scena pittorica contemporanea.

 

Il 19 giugno del 1948 su Il Cittadino della domenica si leggeva a proposito dell’allora Premio Lissone:

 

“Allo scopo di incrementare l’arte e di dare modo al pubblico della nostra borgata e comuni vicini, di conoscere i nuovi pittori e quelli che sempre più si affermano in questo campo, la Famiglia Artistica di Lissone, ha nuovamente organizzato nella sede di via Loreto, una mostra di pittura estesa a tutti gli artisti della Lombardia.”

 

Settantacinque anni dopo la sede non è più quella di via Loreto e gli orizzonti si sono decisamente ampliati, resta però viva l’idea, quest’anno più che mai, di portare avanti un premio che si caratterizza per la pluralità di proposte, quanto più possibili fedeli all’ampio panorama pittorico contemporaneo e che sia occasione di dialogo e confronto con il territorio locale e internazionale.

Il Premio Lissone, che con le sue acquisizioni costituisce la collezione del MAC, museo d’arte contemporanea di Lissone, è uno tra i riconoscimenti dedicati alla pittura contemporanea più antichi d’Italia; promosso già a partire dagli anni ’40, quest’anno viene riproposto in una veste differente.

 

fonte IG: @maclissone

 

Francesca Guerisoli, direttrice del MAC di Lissone, elabora una nuova struttura per l’edizione 2023 invitando quattro curatorə a sviluppare quattro mostre differenti. Gabi Scardi e Noah Stolz presentano dieci opere di artisti mid-career per la sezione “Gran Premio”; Lucrezia Longobardi e Saverio Verini selezionano altre dieci proposte per la sezione “Nuove Visioni”.

Gabi Scardi presenta una mostra che ruota attorno alle possibilità della pittura di innescare riflessioni sulla contemporaneità, In particolare il suo ruolo sociale nelle questioni specificatamente ambientali. I lavori di Linda Carrara e Isabella Pers parlano di paesaggio; Tiziana Pers e Sonia Arienta focalizzano il loro lavoro sul soggetto animale mentre Simona Da Pozzo cambia scenario, utilizzando il paesaggio urbano.

 

 

Le scelte pittoriche presentate da Noah Stolz, ci trasportano in una dimensione ambigua e contraddittoria che rimane sospesa tra gesto quotidiano e indefinito. La narrazione creata dalle opere di Marion Baruch, Simone Berti, Eva Marisaldi, Andrea Sala, Alessandra Spranzi è caratterizzata da una spazialità e una temporalità non collocabili.

 

 

Nella mostra curata da Saverio Verini ritroviamo ancora una volta il paesaggio come tema centrale; declinato in maniera differente, diviene “pretesto pittorico” per esplorarne le sue possibili declinazioni. Ludovica Anversa, Andrea Barzaghi, Alice Faloretti, Pietro Librizzi e Giulio Saverio Rossi presentano una pluralità di sfaccettature e poetiche proprie della pittura oggi.

 

 

Nella curatela di Lucrezia Longobardi è la pittura astratta a fare da protagonista. Andreas Zampella, Marco Eusepi, Martina Biolo, Lucas Memmola e Nazzarena Poli Maramotti ci parlano di identità e intimità. Una proposta di una pittura che si riscopre linguaggio primario in grado di parlare con spontaneità di tematiche esistenziali.

 

 

La giuria, composta da Lóránd Hegyi, storico e critico d’arte ungherese, Giovanna Forlanelli Rovati, presidente della Fondazione Luigi Rovati di Milano e Francesca Guerisoli ha proclamato vincitorə lə artistə Marion Baruch, per la sezione Gran Premio, e Marco Eusepi per la categoria nuove visioni.  Le opere vincitrici sono state acquisite dal MAC ed entreranno a far parte della collezione permanente del museo, composta da oltre 450 opere d’arte moderna e contemporanea.

 

fonte IG: @maclissone | Guerisoli, Baruch, Eusepi.

 

La rinnovata struttura ideata da Guerisoli permette uno sguardo più ampio sul panorama pittorico contemporaneo; le visioni raddoppiano e con esse anche le possibilità per il fruitore di fare esperienza di un’identità museale più completa e autentica.

A questo proposito, le parole della direttrice: “Ho immaginato un Premio che fosse anche una mostra di stampo curatoriale, da cui emergessero più sguardi sulla pittura contemporanea. Nel panorama attuale, ricco di premi d’arte, è importante ribadire l’identità storica del Premio Lissone, legato alla pittura, rilanciandolo con una nuova formula (…) Il museo restituisce così una complessità di visioni che portano a interrogarci sulle possibilità dello sguardo pittorico, più che sul mezzo in senso stretto, aprendo a riflessioni articolate su che cosa può significare, da un lato, fare arte oggi e, dall’altro, produrre un premio. Emerge inoltre la differenza come valore primario attraverso l’eterogeneità dei profili curatoriali coinvolti, i differenti contesti in cui operano e, non da ultima, la questione generazionale.”

Questa scelta appare come diretta prosecuzione dell’approccio di rinnovamento che ha caratterizzato tutto l’operato della direttrice fino a questo momento. Fin dall’ideazione di Replay nel novembre 2021 Guerisoli incentiva una riattivazione del patrimonio dello storico Premio Lissone. Il progetto consiste in quattro interventi context-specific di artistə contemporanə, che hanno sviluppato singole installazioni a partire dalla collezione e dall’allestimento del Premio Lissone, a cui si sono stati affianchiate di volta in volta incontri con professionistə del mondo dell’arte e della cultura.

 

Fonte IG: @maclissone | Un momento della premiazione.

 

Le scelte che hanno caratterizzato l’edizione 2023 del Premio Lissone riconfermano quanto il museo civico, se pensato e vissuto in maniera attiva, possa essere mezzo per approfondire le contaminazioni tra i differenti linguaggi, utilizzando il patrimonio culturale come strumento per interpretare il presente, indagare il passato e creare stimoli per il futuro.

Valorizzando l’importanza storica della collezione, ma superando il concetto di tutela conservativa, Guerisoli ha favorito la possibilità di una sua più estesa fruibilità.

 

 

 

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