POLKA PUTTANA
(s)confinare il virtuale
Polka Puttana nasce da un’esigenza arbitraria e disobbediente se guardata nell’ottica di un sistema dell’arte ritmato da tempi para-rituali e spazi istituzionali.
In realtà parte da un’esigenza dapprima pratica e poi quasi fisiologica, scaturita dall’incontro tra la necessità di spostarsi per motivi pratici, la voglia di condividere l’arte e di lasciarla interagire con spazi sempre diversi.
Grazie al dono familiare di un furgone e all’affidamento delle proprie opere da parte di artisti incontrati di tappa in tappa, quattro produttori d’arte hanno potuto avviare una mostra on the road che partecipa dello spirito zingaresco e della meraviglia randomica appartenente alle bancarelle polacche tipiche del Salento.
Ogni tappa è comunicata pubblicamente solo il giorno prima dell’allestimento – montato e smontato nel giro di qualche ora – tramite i social e un telefonico passa-parola. La sua scelta dipende da esigenze pratiche di spostamento e da intuizioni improvvise.
Ogni mostra ha un logo originale e un contesto diverso: dal piazzale di sosta di Villa Costanza, tra Firenze e Firenze-sud, al parco-giochi ricoperto di neve nella località sciistica di Abetone; dallo spiazzo romano a sfondo Foro all’intersezione tra il bolognese spazio in dismissione di Localedue e via Azzo Giardino; sino a raggiungere prima Mondello e in particolare la battigia del Charleston, lido del primo Novecento, e poi le acque del Mediterraneo, sul pontile del traghetto Grimaldi.
Chiara Camellina, Matteo Coluccia, Luigi Antonio Presicce e Gabriele Tosi: i quattro innescatori di questo tour. Ciascuno di loro si è impegnato, nella rete dei propri progetti, a trovare dei nodi di intersezione con quelle degli altri per dare vita a questa tessitura dal disegno ancora ignoto, i cui tratti vengono scoperti punto dopo punto.
Goliardia e cura sono i principali strumenti. Scelto il luogo e raggiuntolo, vengono distribuiti sul momento i compiti relativi l’allestimento e la documentazione. «Ogni evento è così occasione per dare alle opere nuovi contesti e morfologie, costruendo con azioni e gesti inediti nuove relazioni e possibilità visive» (Tosi). La documentazione è di certo una parte importante del progetto e il suo maggiore mezzo di diffusione per via telematica, tuttavia il suo vero focus è reale, corporeo. Le opere sono innanzitutto oggetti, e come tali hanno delle necessità. In questo caso, mobile e specifico, i lavori richiedono delle precauzioni doppie rispetto a un qualsiasi allestimento fisso. Di ciò i registi di Polka Puttana sono ben consapevoli e informano di volta in volta gli artisti del fatto che le loro creazioni “dormiranno” sul camion per tutto il tempo del tour, venendo esposte a una serie di traslazioni e possibili conseguenti variazioni fisiche. Tutto ciò concorre a rilanciare un’ecologia dell’oggetto, una rifocalizzazione sulla sua matericità, in un tempo in cui il virtuale – anche prima della pandemia – era ed è prossimo ad assorbirla del tutto.
È un’avventura vera e propria che coinvolge direttamente un’ampia rete di persone; oltre agli organizzatori e al pubblico si contano infatti 47 artisti coinvolti sinora.
Esporre in alcuni dizionari è sinonimo di manifestare “pro” o “contro” qualcosa; in questo caso il verbo, nell’atto espositivo, acquisisce valore riflessivo: ogni opera si manifesta come oggetto in sé, in rapporto agli altri e al contesto in cui si trova.
Si riportano qui i nomi degli artisti poiché «senza di loro niente è mai possibile» (Tosi)
N.B. La fruizione delle mostre è assolutamente gratuita ma qualora si volesse sostenere il progetto il gruppo fa sapere che sono ben accetti «buoni-benzina, buoni-autogrill e sigarette».
Gli artisti partecipanti:
Chiara Camellina
Matteo Coluccia
Luigi Presicce
Gabriele Tosi