Lì dove nascono le forme del vento
l’evoluzione fluida di Stefano Comensoli e Nicolò Colciago
Dal 16 gennaio al 28 febbraio è possibile visitare la mostra “Lì dove nascono le forme del vento”, personale di Stefano Comensoli e Nicolò Colciago, presso la galleria Otto Zoo, fondata da Francesca Guerrizio e Maurizio Azzali, che ha come direttrice artistica Annika Pettini, e parte attiva alla realizzazione della mostra, nonché curatrice del testo di sala che accompagna il manifesto del progetto espositivo; nato durante i mesi di lavoro di allestimento della mostra, il testo ha l’intenzione di andare oltre la consueta comunicazione scritta del mondo dell’arte, avvicinandosi a una dimensione quasi fantastica e connotandosi del valore di estensione della mostra stessa.
Il rapporto di lavoro e di ricerca tra Stefano Comensoli e Nicolò Colciago inizia parallelamente a Spazienne (progetto artistico fluido e di ricerca, nel senso più ampio dei termini, che vede mescolarsi l’attività, oltre che dei due artisti, anche di Giulia Fumagalli, Alberto Bettinetti e Federica Clerici).
Il progetto espositivo Lì dove nascono le forme del vento emerge come distillato di una mostra allestita dai due nel marzo 2019; e con l’intenzione di presentare un’evoluzione di elementi di essa che potevano essere rimasti irrisolti o che andavano rianalizzati, considerati, compresi, sentiti.
Quello di Stefano Comensoli e Nicolò Colciago è uno studio costante e fluido, perché in continua evoluzione, che è l’accento più acuto della ricerca dei due artisti – intensamente rivolti alla voglia e al bisogno di essere influenzati, ispirati e travolti dalle molteplici possibilità che un materiale, associato al pensiero e alle parole, può fornire; ancor più se legato all’ambiente contemporaneo che quotidianamente circonda e stimola le sensazioni e la comune esistenza.
Associato al pensiero e alle parole, perché quella dei due artisti è una volontà di ricerca che sfida, a volte, la materia e che, altre volte, li vede intraprendere un lungo dialogo interiore con essa; è volontà chiara di creare un percorso aperto; è collaborazione con aspetti molteplici e altri; è comunicazione; è necessità di creare una relazione intima e forte con il fruitore, partendo dallo spazio e per lo spazio.
L’allestimento nella galleria Otto Zoo appare come un ambiente avvolgente, fatto di tappe e di momenti volutamente intimi; ogni singolo pezzo esposto, creato quasi site specific per la galleria, comunica e si mette in relazione con il fruitore perché, non solo è evidentemente carico di una storia personale e collegata a tutto il resto che lo circonda, ma ha anche forte desiderio di comunicarlo. In questa dimensione diventa facile aprirsi a tale comunicazione e, nonostante la potenza, per dimensioni e materiali, dei pezzi esposti, non se ne ha timore. Le forme, presenti in mostra, sono forme aeree che diventano il centro e il punto di energia dai quali parte la riflessione per percepire l’aria – i sigilli sono il fulcro dell’esposizione e si impongono come luogo in cui le emozioni possono essere trasformate. Sono dichiarazione del fatto che qualcosa nell’aria si muove e in essa, attraverso tale movimento, si mescolano, si spostano, si dividono emozioni; in uno stato quasi magico di fiati, respiri, sospiri, silenzi.
I colori, le forme morbide, la convivenza con le trasparenze, la presenza di elementi luminosi e il costante stimolo al dinamismo, rendono il fruitore attivo.
Emblematico il titolo della mostra; “Lì dove nascono le forme del vento”, ed elemento prezioso dell’esperienza è il foglio di sala che, svestito dalla singola funzione di accompagnamento alla mostra, si impone come ulteriore estensione degli artisti e della mostra e come oggetto prezioso, feticcio, soprattutto perché contiene un testo che è ispirazione e introduzione alla fruizione della mostra.
Stefano Comensoli e Nicolò Colciago provengono da una formazione artistica differente – pittura e arti visive e grafica – e si uniscono poco prima di iniziare il Biennio di Arti Visive alla NABA, grazie alla conoscenza comune di Alberto Bettinetti. Da quel momento il rapporto tra i due attraversa diverse fasi di lavoro, insieme e in singolo, e di osservazione e allenamento, riscontrando infine l’enorme potenzialità e velocità di realizzazione dei progetti che li pone nella condizione di unire le diversità e sfruttarle al massimo, raggiungendo l’idea di diventare due in uno e facendo confluire tutto in un unico bacino, dove quel tutto può diventare più potente.
Foto di Luca Vianello | Courtesy Otto Zoo