LET YOU NOT TO BE HONEST
A seguito dell’inaugurazione della prima mostra di NEUTRO, spazio espositivo che abita un passaggio commerciale tra via Emilia a Piazza Prampolini (RE), abbiamo dialogato con gli ideatori del progetto e con l’autore del contributo critico per questa prima edizione: Stefano Volpato.
Lo spazio invita artisti e fotografi contemporanei a sperimentare liberamente all’interno di sei bacheche commerciali, confrontandosi con un’esposizione basata sulla fruibilità costante e la diretta relazione con i cittadini.
In questo luogo eterotopico, né pubblico né privato, dove i rapporti istituzionali tra opera, sede espositiva e fruitore sono sospesi, le opere possono rimanere inosservate o catturare l’attenzione del passante, costringendolo a rallentare la corsa. Un cambio di funzione, dove ogni mostra è un’interferenza temporanea nel tessuto urbano che vuole sovvertire delle abitudini consolidate, permettendo al pubblico di reagire all’esposizione in modi e tempi differenti.
Data la sua natura estemporanea ogni mostra è accompagnata da una pubblicazione che diventa la traccia dell’intervento degli artisti e propone un diverso livello di lettura attraverso un testo critico redatto di volta in volta da una figura differente scelta in relazione alle tematiche scaturite dalle opere. Il processo progettuale avviene tramite un dialogo tra spazio, artisti e critico, in cui ognuno agisce però in piena libertà.
In occasione dell’apertura la scelta degli artisti è ricaduta su The Cool Couple, la cui ricerca si è spesso confrontata con i processi di interazione tra il pubblico e le immagini, tematica insita anche nella natura di NEUTRO.
L’intervento realizzato oscilla in modo scanzonato intorno alla questione etica dell’onestà e mettere in dubbio la veridicità del materiale virtuale con cui quotidianamente ci confrontiamo. All’interno delle bacheche gli artisti hanno collocato dei fondali acquistati su Amazon ai quali hanno sovrapposto il più classico degli atti vandalici: scritte e slogan scarabocchiati con bombolette e marker. Ad approfondire questi temi il testo di Stefano Volpato, curatore indipendente che da tempo si confronta con la pervasività dei media digitali e di fenomeni a essi correlati.
NEUTRO non è mai chiuso né fisicamente né concettualmente, ogni mostra è a sé stante. Siamo curiosi anche noi di vedere come evolverà questo progetto.
NEUTRO
Il testo critico si apre con una domanda che parafrasa il titolo della mostra: E se provassimo davvero a essere onesti?
La reazione che sorge spontanea è quella di rispondere con un altro quesito: in che modo?
La risposta è paradossale: let’s not to be honest. Volpato chiarisce che il paradosso è una delle tecniche con cui The cool couple apre il nuovo spazio al pubblico: mettendolo in questione, o meglio, in controluce.
Il lavoro fa emergere come la vetrina, elemento caratterizzante dalla realtà commerciale urbana, abbia tante assonanze con il mondo virtuale e, di conseguenza, con quello sociale in cui viviamo.
Let’s not be honest – spiega Stefano Volpato – denuncia la conquista dello spazio della privacy da parte di un mondo che non le appartiene, o meglio, l’assottigliamento estremo tra lo spazio-tempo dell’otium e quello del negotium: “L’invasione del privato si gioca nella dimensione del tempo (basti pensare all’acronimo contemporaneo FOMO, fear of missing out, tra il presenzialismo e la performance continua di sé) e, in modo altrettanto invasivo, in quella dello spazio. Se da almeno due generazioni a scandire i nostri ritmi di vita non sono il Sole e le stagioni, ma l’orologio meccanico – e oggi digitale – è certamente inedito lo sconfinamento del lavoro, della pressione e dell’ansia sociale nel nostro domestico e privato”.
L’assiduità paradossale della presenza virtuale – chiarisce il curatore – è ben esemplificata dagli sfondi acquistati dagli artisti: kitch, pacificanti e forzati, come i sorrisi dei ritratti in (finta) posa i quali, in un’ulteriore contrapposizione, servono a proteggere sia il caos della nostra interiorità – ormai da decenni – sia quello dei nostri interni – dallo scoppio dell’emergenza sanitaria. La vita domestica è scandita infatti dalla cadenza delle videocall, dal pendant tra camicie e pantofole, dalla rituale conversione della camera da letto in studio.
L’ultimo cortocircuito è quello che un pubblico frettoloso potrebbe interpretare come un giudizio vandalico sull’opera e che invece è parte del lavoro stesso; le scritte “spray” sui manifesti li ribaltano e li completano, esplicitando il messaggio provocatorio che vorrebbe proporsi come motore immobile di una riflessione del pubblico: a essere onesti, abbiamo il coraggio di rivendicare il diritto di non esserlo (?).
Immagine in copertina: Pubblicazione della prima edizione di NEUTRO; testo a cura di Stefano Volpato.