MuseOntani nella Valle del Reno
Onnipresenza camaleontica
Abbiamo visitato il MuseOntani, un museo dedicato all’opera dell’artista Luigi Ontani, situato nel Palazzo Municipale di Vergato, città natale dell’artista nella Valle del Reno (BO). Durante la visita, abbiamo avuto l’opportunità di conversare con Patrizia Gambari, Assessore alla Cultura e al Turismo. La collezione, donata personalmente dal Maestro Ontani, offre una straordinaria panoramica dei suoi virtuosismi artistici e del suo percorso creativo.
Ci troviamo nella Valle Del Reno, nell’Appennino Bolognese, più precisamente a Vergato dove Luigi Ontani nasce, il 24 novembre 1943. In Piazza Capitani della Montagna al numero 1, nel Palazzo Municipale del paese troviamo, al primo piano, il MuseOntani.
La sala del museo si mostra al pubblico luminosa e prolifera: si notano tante opere fotografiche, sculture e installazioni che rendono l’ampia sala museale un ecosistema a sé. I lavori fotografici sono colorati e simbolici: ci appaiono, dapprima, raffigurazioni di personaggi diversi, per poi svelarsi autoritratti, dove l’artista impersonifica molteplici ruoli e personalità. Le foto sono esposte quasi sempre con cornici d’oro, donando un’aurea sacrale ai lavori. L’oro è un colore molto importante per l’artista, anche i termosifoni all’interno del museo sono stati dipinti di questo colore per sua scelta. Spostando lo sguardo al centro del museo, scorgiamo la monumentale opera AlnusThaiAurea Siam (1999), una scultura con tecnica mista commissionata ad artisti balinesi, durante il periodo di residenza dell’artista presso l’Accademia di Belle Arti di Bali. L’opera presenta una struttura ad albero, ricoperta da vera muta di pelli di serpente, per la precisione trecento, e può essere la rappresentazione universale dell’anima dell’artista. L’autore, attraverso il tema della maschera (nell’opera se ne possono osservare sette), estrae tradizioni popolari, mete occidentali e iconografie orientali proponendo all’osservatore una moltitudine di significati estrapolati dal loro contesto culturale, spirituale e storico.
Intervista a Patrizia Gambari
Durante la visita al museo, abbiamo fatto delle domande più specifiche all’assessore alla Cultura e al Turismo di Vergato, Patrizia Gambari, che con cura e passione ci ha introdotti al MuseOntani e all’opera del Maestro.
S: Che rapporto ha il Maestro con la sua città Natale?
P: Un simbolo molto ricorrente nell’opera di Ontani è l’uovo, che rappresenta Montovolo, la montagna vicina a Vergato su cui sorge una chiesa medievale che in tempi molto antichi fu abitata dal popolo etrusco: meta di pellegrinaggio molto ambita nel corso dei secoli e centro importante di ricerca del Maestro. A Vergato, nella sua città natale, ha avuto vari amici ma è sempre stato un’artista errante. Vergato se l’è sicuramente vissuta negli anni di gioventù, ma appena ha iniziato ad uscire e a lavorare in altre città ha subito esplorato il suo essere cittadino del mondo, viaggiando e scoprendo culture nuove che alimentavano i suoi progetti. Infatti, la sua carriera d’artista è nata quando lui è andato a fare il militare a Torino, dove c’erano, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, dei gruppi di artisti che hanno contribuito a far fiorire questa passione. Un punto di riferimento estremamente importante, nella sua formazione artistica, è nato proprio dalla sua famiglia poiché la sua amata sorella era una stilista di moda, ed ha molto ispirato il Maestro: ritengo che ci siano delle sfumature molto forti, presenti nell’opera di Ontani, che ci portano al discorso della moda, non solo in merito all’estetica, ma anche alla pratica performativa.
S: Siamo a inizio anni settanta, la performance in Italia all’epoca non era molto nota. Il suo corpo onnipresente come forma d’arte mi fa pensare al concetto che l’artista possa essere effettivamente chiunque.
P: Giusta osservazione. Dopo il militare a Torino ha subito iniziato a sperimentare con la performance. Luigi è stato uno degli iniziatori di questa forma d’espressione artistica: proporre il suo corpo e il suo volto a scopo performativo è sempre stata una pratica intrinseca nel suo lavoro. Anche se vediamo un’opera fotografica o scultorea del Maestro, è sempre e comunque prodotta con uno scopo performativo sia per il pubblico che per lui stesso. Inoltre, l’aspetto camaleontico che si osserva nei suoi numerosi autoritratti, come l’opera qui di fronte En route vers l’Inde (1975-2013) ci segnala anche che la presenza dell’artista è costante e reale nel sua lavoro, una sorta di firma d’autore che usando esplicitamente il suo corpo, ci dice che lui è qui anche se è altrove. Ontani si appassiona e realizza anche sculture di cartapesta. Si è avvalso di bravi artigiani per la produzione delle sue ceramiche o bronzi come Gigante3razzEtá7ArtiCentAuro, oppure nel caso di AlnusThaiAurea Siam, ha collaborato attivamente con comunità artistiche.
Qui invece, nella serie scultorea in ceramica policroma e oro zecchino ErmEstEtica vediamo il personaggio Sganapino raffigurato con quest’opera SganappinOntani (1991). Sganapino è una figura mascherata, uno dei primi burattini tradizionale proprio di Bologna. Questa scultura è un omaggio a Lucio Dalla, essendo loro due molto amici, con l’aggiunta del clarinetto, flauto e disco d’oro e la zampa animalesca con chiaro riferimento alla canzone “Attenti al Lupo”. Viene anche omaggiata la città del musicista: tortellini al posto dei bottoni e i tradizionali colori blu e rosso di Bologna, città natale di Lucio Dalla.
C’è un fil rouge o tema particolare in questa collezione?
L’intera collezione non ha dichiarato un tema particolare, è effettivamente una panoramica sul suo modo di comunicare e fare arte in diverse forme, stili e materiali come la fotografia in autoritratto, la scultura e la performance. È stato il Maestro Ontani a selezionare e portare qui le opere. Inoltre, è come se fosse un museo mobile poiché è l’artista stesso a portarle via o aggiungerne di nuove. Ad ogni suo passaggio al museo, Luigi lascia sempre un confetto d’oro su un’opera.
Contaminazioni ontaniane nel Palazzo
Proseguendo per il Palazzo Comunale di Vergato si nota quanto in realtà le opere dell’artista siano presenti non solo al primo piano al MuseOntani, ma anche in altre stanze, creando un ambiente artistico insolito e accattivante. Al secondo piano si ammira l’opera Le vetrate del Palazzo dei Capitani della Montagna realizzata nel 1998 in collaborazione con la vetreria d’arte Giuliani di Roma. Come ci suggerisce il nome, l’opera si presenta in quattro vetrate e, con una raffinata ialurgia [1] raffigura coloratissima e ricca di simbologie le quattro fasi della vita umana: infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia. Per dare più forza alla simbologia di queste fasi, l’artista compara ciascuna delle fasi della vita a una delle quattro stagioni e ai quattro elementi naturali. Alcune parti di questa opera sono rielaborazioni ontaniane degli stemmi del Palazzo Comunale, osservabili dall’esterno della struttura.
L’eremita e il viaggio
Osservando nel dettaglio l’intera opera del Maestro Luigi Ontani possiamo constatare che la sua è una ricerca sul sacro e le sue molteplici identità. Dei, eroi, religioni e mitologie sono frutto di una ricerca interna e spirituale che l’artista ci riporta in varie forme, spesso il tramite è proprio il suo stesso corpo che, inevitabilmente, diventa come il corpo di un martire, di un eremita nel viaggio eterno e trascendente verso la rappresentazione più alta: un tentativo di arrivare verso sé stessi.