Intervista a Luca De Gennaro
Incontriamo Luca De Gennaro, reduce dalla sua ultima azione/performance dal titolo “Inchiostro simpatico” presso la galleria Zelle di Palermo. Irriverenti e fuori da ogni congettura le risposte alle nostre domande
Chi è Luca De Gennaro? Raccontaci brevemente di te…
Luca nasce a Palermo un po’ di anni fa … vive li per qualche tempo. Conosce degli altri ragazzini con cui comincia a fare skate, motivo per cui inizia anche a realizzare graffiti. In quel periodo oltre le riviste pornografiche (non c’era ancora internet ) se ne comprava una chiamata “skate”; su di un numero c’erano una serie di foto su come realizzare un “pezzo” ovvero un “graffito”, da quel momento, con gli stessi amichetti, prova a sporcare le strade del quartiere. E’ stato quello il momento in cui ha capito che avrebbe voluto creare forme colorate tutta la vita! in seguito, crescendo, ha viaggiato, studiato, si e’ perso, ritrovato, fino ad accorgersi che le forme a cui era interessato in partenza erano diventate anche altre e non sempre colorate. Attualmente vive a Berlino.
Che musica ascolti? Qual è l’ultimo libro che hai letto? Chi sono gli artisti che ami?
La domanda “che musica ascolti?” era la mia preferita quando avevo 16 anni e volevo fare l’alternativo; era molto importante quando conoscevo le ragazzine sapere che gusti musicali avessero. Ascolto un po’ di tutto: dal punk, hardcore, stoner, hardrock, sludge, metal alla musica elettronica e indipendente. Tra un topolino e l’altro, in bagno, ho letto “1984” di George Orwell. Artisti preferiti ne ho veramente tanti! Se dovessi citarne qualcuno: Erwin Wurm, Francis Bacon, John Bock, Michelangelo Buonarroti, Aleksandra Mir, Gauguin, Francis Alys , Tino Seghal, minchia … me ne piacciono troppi!
Come definisci il tuo lavoro?
Non sono mai stato bravo a parlare del mio lavoro e, ogni volta che me lo chiedono, divento nervoso. Per fortuna c’e’ qualcuno che lo fa al posto mio!
C’è stato un evento o un incontro in particolare che ha segnato una svolta nella tua ricerca?
Ovviamente ho incontrato molte persone che hanno contribuito alla mia formazione: dalle fidanzate alla gente incontrata per strada o dal benzinaio ma, se dovessi ricordarmene proprio qualcuno, purtroppo, (mi sarebbe piaciuto di più che fosse stato un panettiere) direi un mio professore dell’ Accademia di Belle Arti e una mia carissima amica e artista. Come definiresti il panorama artistico siciliano? Non lo conosco molto devo dire, ma, una delle cose in cui i siciliani riescono bene è il pettegolezzo: ogni volta che parlo con qualcuno mi comunica quello che ha fatto l’altro. In verità, non vivendo a Palermo, mi piace da matti sapere quello che e’ successo mentre io non c’ero. Si! guardo anche io “cento vetrine”.
“Inchiostro simpatico” è il titolo del tuo intervento performativo presso la galleria Zelle di Palermo… ci racconti di cosa si tratta?
Inchiostro simpatico è stata un’azione a cui hanno partecipato artisti, passanti, mia zia.
La gente con della vernice poteva scrivere liberamente alle pareti e, una volta asciutta, la scritta spariva dalla superficie della galleria. Dunque al momento della performance, cioè solo al vernissage, vedevi quello che la gente scriveva, poi tutto spariva e la galleria tornava monocroma.
E’ stato un modo divertente per riflettere sul pubblico del mondo dell’arte contemporanea che va ai vernissage con l’attitudine che si ha quando si va a un incontro tra amici, l’incapacità di riuscire a percepire il motivo per cui ci si è recati in quel luogo. Quanti vanno ai vernissage per ubriacarsi (io), incontrare l’amico o il curatore? per spettegolare e parlare di figa? Bene… se arrivi troppo tardi all’opening non troverai più nessuno con cui andare alla prossima festa e, nel caso di “inchiostro simpatico”, non troverai più nemmeno l’opera.
Che progetti hai per i prossimi mesi? A cosa stai lavorando?
Uno dei progetti a cui sto lavorando adesso è “il progetto”, ma è top secret non posso parlarne adesso! Lo scoprirete nella prossima puntata …