Intervista a Barbara Cammarata di Polline Art
di Giovanni Scucces
Raccontaci la genesi del curioso nome che avete scelto, Polline. Cosa racchiude questa parola?
Il nome racchiude l’intera essenza del nostro progetto.
E’ arrivato insieme all’idea e non abbiamo mai provato a metterlo in discussione. Parlando di file d’arte, di cultura, di internet, di contaminazione fu immediata l’immagine del Polline, dei fiori, del vento e dell’impollinazione che avviene senza chiedere il permesso.
Ci piace far trasparire fin dal nome questa potenza dell’arte di poter arrivare ovunque, in modo veloce ed in maniera naturale attraverso noi.
Qual è la vostra vision?
File come opera d’arte, tutela informatica e legale, accessibilità.
Che correlazione c’è fra Polline e Farm Cultural Park? Che tipo di collaborazione esiste fra queste due realtà distinte ma allo stesso tempo connesse? Vi sentite un po’ figli della Farm?
Con Farm è stato amore a prima vista, come per tutti quelli che la raggiungono credo.
Siamo inevitabilmente ed orgogliosamente figli della Farm.
L’intuizione di Polline arriva passeggiando fra i sette cortili, osservando le loro esposizioni artistiche, ascoltando i loro discorsi, confrontando le opinioni, partecipando ai loro eventi e mettendo in discussione diverse teorie elaborate da soli.
Presentaci brevemente il team Polline…
Il team di Polline oggi è formato da Fabrizio Lipani, l’ideatore e l’amministratore, Barbara Cammarata la nostra art director, Amalia Iavazzo che gestisce la sfera social di Polline e Gero Palermo che si occupa della certificazione dei file d’arte. Oltre noi poi c’è una grandissima famiglia di collaboratori e partner che lavorano in parallelo affinché Polline possa migliorarsi ancora di più.
Quanto ha inciso la vostra nomina fra i sei vincitori del premio Culturability della Fondazione Unipolis nella pianificazione degli obiettivi futuri?
L’esperienza con Culturability ha inciso in maniera decisa sul nostro futuro per diverse ragioni. In primis per l’impeccabile formazione ricevuta nel tempo, per la prontezza dei docenti.
Subito dopo sicuramente viene la vasta e importante rete di contatti che ci hanno messo a disposizione. Stare sulle spalle dei giganti ci ha consentito di andare più veloci e di sbagliare meno.
Mediaticamente non v’è dubbio che la vittoria ed il loro supporto ci ha portato innumerevoli benefici.
Il luogo fisico di una galleria dove fare programmazione, allestire mostre e presentare la propria linea di ricerca è importante anche nel vostro caso o non ha più ragione di esistere? Quindi cosa vi differenzia maggiormente da una galleria d’arte tradizionale?
L’innovazione, la capacità di fare network, la velocità e la capacità di proporre forme differenti di fruizione.
In futuro pensate di andare avanti autonomamente oppure avete intenzione di porvi come piattaforma condivisa, instaurando rapporti di collaborazione con altre gallerie d’arte?
Crediamo fortemente nella condivisione delle informazioni e delle competenze e stiamo cercando di instaurare delle collaborazioni che possano far crescere il progetto. Abbiamo già coinvolto nuovi collaboratori all’interno del progetto che lavorano in diverse città europee e stiamo attualmente lavorando alla creazione di un network curatoriale.
Sebbene la lingua inglese sia considerata la lingua ufficiale nelle relazioni internazionali e quindi anche nell’arte contemporanea, come mai avete deciso di non “parlare” italiano nel vostro sito ufficiale?
Bè, penso che se vogliamo raggiungere un target più ampio ed educare ad una maggiore apertura sia necessario l’utilizzo di una delle lingue maggiormente utilizzata.
Nel world wide web infestato da hacker, pirati informatici e smanettoni, l’artista e il collezionista potranno essere veramente tutelati da copie e falsi? Come si potrà avere la certezza? Spiegateci insomma cosa rende inattaccabile il meccanismo…
Polline è la prima galleria italiana ad utilizzare il Blockchain, il registro contabile dove vengono registrate le transazioni mondiali della famosissima cryptovaluta bitcoin. Questo registro, letteralmente “catena di blocchi”, risulta altamente Affidabile, Trasparente, Solido, Irrevocabile e Digitale. Migliaia di computer nel mondo oggi fungono da nodi blockchain, diventando di fatto i “notai” che autorizzano, con principi matematici e automatici, le modifiche a questo registro. Documenti, valute, contratti, quindi opere digitali, tutto si trasforma in codice e quindi tutto ha un proprio “DNA” digitale che può essere trascritto sulla catena di blocchi. In questo modo l’identità di chi ha generato una transazione è pubblica mentre non lo è la natura della transazione ed è quindi impossibile mutarne i dati. Un’opera può generare un suo “DNA” digitale, mentre dal “DNA” digitale non si può ricreare l’opera. In sede di giudizio, solo chi è in possesso della chiave privata e quindi dell’opera, può dimostrare di essere il proprietario. In poche parole, è come se avessimo tutti accesso a una fonte di fiducia condivisa. E’ il motivo per cui possiamo sempre contare sulla tecnologia che proponiamo. Oltre a Polline, importanti colossi finanziari come Goldman Sachs e Barclays, JP Morgan, State Street, UBS, Royal Bank of Scotland, Credit Suisse, BBVA e Commonwealth Bank of Australia stanno investendo in questa tecnologia proprio per la capacità di garantire la tracciabilità e la verifica postuma di dati online. Oggi ci è stato chiesto da importanti artisti di fornire questo servizio, indipendentemente dalla pubblicazione in galleria. Infatti stiamo lavorando per l’attivazione di un’area dedicata alla nuova attività di tutela del diritto d’autore.
Come immaginate Polline fra 10 anni?
Sicuramente come piattaforma dinamica, ricca di contenuti in grado di poter fornire materiale sia a chi si approccia all’arte contemporanea per la prima volta che una fonte di dati per studenti o ricercatori. Polline come punto di riferimento per ciò che concerne l’arte digitale in genere, in grado di fornire contenuti validi, motore in grado di generare crescita, confronto, collaborazioni.
Inoltre Polline ambisce a poter migliorare la fruizione dell’arte in genere.