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In chiaroscuro, su letto di fiori

In che misura la relazione amorosa si esprime nella sua durata?

 

La mostra bipersonale Blumenbett, su un letto di fiori, a cura di Geraldina Albegiani, argomenta attraverso due filtri, cronologico e botanico, la fenomenologia contradditoria del rapporto amoroso.

Il bianco è il fil rouge della mostra. Il titolo tedesco “Blumenbett” è un neologismo proveniente da un componimento del poeta Paul Celan, che modifica con un gioco di parole il termine “schneebrett”, “banco di neve”, e il suo effetto abbacinante, in “schneebett”, “letto di neve”. A posare lo sguardo su quel candore estremo, anche solo per poco, si ha un effetto di riverbero luminoso, più o meno duraturo sulla retina.

Una sensazione che può essere trasposta emotivamente al momento in cui gli amanti si uniscono, in cui l’amore sboccia, come suggerisce il termine modificato, da Brett (banco) a Bett (letto).

 

 

Lo spazio Unobis di Padova è scandito al centro da Testimoni 1, 2, 3, 4 di Margherita Pedrotta. Quattro vasche metalliche raccolgono il liquido che stilla da ognuno dei quattro mazzi di fiori sospesi al di sopra di esse. Il mix di acqua desalinizzata, gesso e butadiene congela i toni accesi e la consistenza morbida, fresca dei petali. Il congelamento è ciclico, poiché – afferma l’artista – i mazzi di fiori celebrano dei momenti importanti della vita umana, dai tempi più antichi. L’operazione è paragonabile a un fiore fatto seccare dentro a un libro, appassendo si conserva insieme alla sensazione provocata dalla lettura. Allo stesso modo il mazzo diventa metafora del momento, e il metodo della conservazione del ricordo ad esso legato.

 

 

Occhi ciechi al mondo,

occhi nei crepacci del morire,

occhi occhi:

Il letto di neve sotto ambedue noi,

il letto di neve.

 

 

I testimoni di Pedrotta suggellano il picco della relazione amorosa, simboleggiato dalla maturità dei fiori, cristallizzando il momento in cui le due parti si giurano amore eterno. Il disgelo temporaneo delle metafore vegetali rivela però l’inevitabile fallacia della promessa: siamo deperibili e determinati. L’amore più forte è imperituro solo nella scia del sentimento, nel ricordo di chi ne è stato testimone.

 

BLUMENBETT, su un letto di fiori. Video di M. Pedrotta. © Ph Michael Trutta.

 

In modo parallelo, Roberto Orlando, esprime il desiderio di contatto diretto, tattile e affettivo con diverse tipologie di fiori. Nel video che apre la mostra i versi di Paul Celan, selezionati da Margerita Pedrotta, si intersecano con l’incontro notturno tra Orlando e diversi esemplari floreali, oggetto delle carezze dell’artista. Orlando interpreta nella chiave di un desiderio amoroso la nozione di interspecismo. Nella fotografia Incontro apicale n°64, Sessione notturna, Brugmansia, il bianco sancisce la similitudine – e quindi l’intesa – tra l’artista e il fiore detto Tromba degli angeli. Sia in Botanologico edizione vaniglia, sia in Botanologico edizione vaniglia II, il segno delicato della grafite riprende quello della tecnica dell’impollinazione manuale, impiegato sin dall’Ottocento per produrre la vaniglia in assenza dell’ape melipona e illustrato nelle opere. L’azione dell’artista muove dal perseguimento di uno scambio reciproco con le piante, in questo caso sostituendosi al partner usuale – l’ape – per creare il frutto, e quindi la vita. Allo stesso tempo la relazione illustrata non può prescindere dalla sua storica connotazione capitalistica.

 

Incontro apicale n°64, Sessione notturna, Brugmansia. Roberto Orlando. © Ph Michael Trutta.

 

Strofinando i gameti maschile e femminile della Vanilla planifolia si ottiene la spezia, ancora oggi particolarmente redditizia. Come esprime bene il chiaroscuro dei disegni, lo stesso modo di rapportarsi evoca sia una ricerca di affetto interspecie, intimo, poetico e universale, sia una visione verticale e antropocentrica, derivante dalla tendenza dell’essere umano allo sfruttamento dei suoi coabitanti vegetali.

 

 

In Blumenbett, il simbolo romantico del fiore diventa una luce contrastante: un punto di vista alternativo che sagoma gli individui, umani e non, li pareggia in controluce, suggerendo la possibilità di un rapporto biunivoco, che punti a uno scambio equo tra le parti.

 

Leggi qui il testo curatoriale di G. Albegiani.