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Mie:

la mostra di Giovanna Brogna Sonnino

I collages e le fotografie dell’artista catanese come continue pratiche terapeutiche

 

È inevitabile, quasi di un istinto naturale, davanti alle riflessioni più intime e penetranti di Giovanna Brogna Sonnino, confessare a se «Avrei voluto dirlo anch’io.» Nella complessità dei processi che portano a questo tipo di pensiero è in realtà contenuta una semplice motivazione, ovvero che tutto ciò che l’artista –con un’apparente pacatezza– confida dall’interno del suo essere, ci riguarda e parla anche di noi, probabilmente nello stesso autentico modo in cui avremmo desiderato parlare di noi stessi. O possibilmente a noi stessi.

 

Giovanna Brogna, Story-board, 1990-94, Gelatina bromuro d’argento, 25x37cm

 

La Galleria Susanna Occhipinti di Ragusa presenta “Mie”, l’importante mostra personale di Giovanna Brogna Sonnino, visitabile fino al 30 giugno 2024, che raccoglie un vasto numero di opere intime con cui l’artista racconta se stessa e frammenti della propria vita.

 

 

L’intero lavoro dell’artista catanese, articolato in un modo particolarmente fitto tra collages e fotografie, è contraddistinto da una raffinatezza poetica che riporta un’istintiva necessità di raccontarsi a se stessa. Così, all’interno della configurazione linguistica proposta da Brogna Sonnino, dove l’immagine esplicita una sensualità che supera il corpo e contamina positivamente i luoghi e i momenti della vita dell’artista, si rintraccia una vera e propria poesia della follia. Si tratta, di fatti, di una poesia ispirata dal legame covalente con la profondità del proprio io, con la propria introspezione, con le paure, le fragilità e le ribellioni che determinano le peculiarità di ogni essere umano. È da lì che le indagini personali che l’artista libera anche attraverso pratiche di stampo terapeutico, forniscono una modalità di pensare e di pensarsi, facendo di “Mie” un corpo poetico denso, con il quale rendersi “coscienti” (come direbbe l’artista), ma soprattutto consapevoli del proprio clima interiore.

 

 

La fotografia per Giovanna Brogna Sonnino, diventa indiscutibilmente la chiave d’accesso ai punti più delicati dell’introspezione, sorretta da poesie e ambigue, ironiche e sempre sincere. In questo modo gli autoritratti e le diverse scene intime in cui l’atmosfera suggerisce sempre i particolari stati emotivi dell’artista, delicati e sovente compromessi da un’aria di indeterminatezza, costituiscono gli appunti visivi di una modalità filosofica con la quale indagare e assaggiare la vita e le sue parti più amare: quelle provenienti dal silenzio con se stessi.