Dimora Artica
In un altro sistema solare
Le immagini rappresentano spesso una concezione del tempo e della storia che pone le basi su più verità eterogenee, multiple e caotiche, soprattutto nel caso della produzione contemporanea che vede protagonista una comunicazione visiva frenetica, frammentata e disomogenea. I progetti di Dimora Artica si presentano, nel territorio milanese, come un avamposto di riflessione: l’intento è soffermarsi sulla natura dell’immagine per rallentare la corsa del consumo visivo. Le attività promosse dai fondatori del progetto, Diego Cinquegrana, Andrea Lacarpia e Luigi Massari, disegnano la volontà di creare un cerchio perfetto per scongiurare la definitiva estinzione dell’attenzione verso l’opera d’arte; Dimora Artica si propone, dunque, come base per un ritorno all’osservazione meticolosa, all’idea della produzione artistica come porzione di una realtà che immobilizza un valore bene definito, un valore ai margini del sacro e prossimo all’esoterico. L’ultima mostra, inaugurata il 30 maggio, è l’esempio lampante di questi intenti: un tempo per l’arte, un tempo che ristabilisce simbolicamente l’equilibrio visivo della fruizione, attraverso il pretesto del collage; avviene, così, l’immersione nel disordine che conduce all’emersione e a un nuovo ordine. È un processo alchemico, messo in opera senza retorica e con quel valore rigenerativo che prende in causa parole come Avanguardie e le innesta in un tempo altro, e forse, senza retorica, in un tempo sconosciuto, in un altro sistema solare.
La mostra delineata da un allestimento strutturalmente equilibrato propone l’opera di Stefano Canto, una stampa fotografica su carta rifrangente intagliata e scomposta a mano, in dialogo con la bellezza dell’immagine da magazine manipolata da John Sparagana; i frammenti ricomposti dell’opera di Giuseppe Mendolia Calella rimandano ai ritagli dalla dimensione onirica di Paolo De Biasi che chiude una traiettoria che arriva fino all’abolizione dell’elemento figurativo attraverso le precise pieghe del collage di Gemis Luciani. Come avanguardie di un altro sistema solare, a cura di Andrea Lacarpia, presenta, dunque, cinque artisti che attingono ad immaginari estetici originari per rideterminarli utopisticamente; risultato: una mostra che presenta le opere non più come opere e basta ma come se lo fossero di nuovo, in una sorta di rinascita estetica carica di una inesorabile nostalgia.
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1. a sinistra Gemis Luciani, Marginal Compositions, collage magazine su dibond; a destra Paolo De Biasi, Stop making Sense, collage su carta A4
2. Giuseppe mendolia Calella, Mi piacerebbero solo parole, carta, spago, carta da parati, fotografie
3. Stefano Canto, Sigiriya, stampa fotografica su carta rifrangente intagliata a plotter e scomposta a mano
4. John Sparagana, Sleeping beauty, pagina di magazine manipolata
Come avanguardie di un altro sistema solare.
A cura di Andrea Lacarpia
Artisti: Stefano Canto, Paolo De Biasi, Gemis Luciani, Giuseppe Mendolia Calella, John Sparagana
Dimora Artica, via Matteo Maria Boiardo 11, Milano
dimoraartica.com – info@dimoraartica.com, +39 380 5245917
dal 30 maggio al 29 giugno 2013