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Come Pietre

A cura di Francesca Renda

Sabato 5 aprile 2025 | ore 16.00 – 18.30

 

Il 5 aprile 2025, a Mineo (CT), si terrà Come pietre, il nuovo progetto dell’artista Noemi Mirata, una performance e installazione site-specific che esplora temi profondi come la memoria, il territorio e le esperienze individuali. L’evento invita il pubblico a riflettere sul peso delle storie personali e sulla natura effimera e mutevole dei ricordi, attraverso un’esperienza emozionale e coinvolgente.

 

 

La performance si sviluppa in due fasi distinte: la prima, già completata, ha visto l’artista incontrare alcuni anziani di Mineo, raccogliendo le loro voci e storie di vita. La seconda prenderà forma in una processione laica, che si snoderà nella suggestiva cornice naturale della pineta situata lungo la strada per Vizzini (CT).

Il percorso verrà scandito da “stazioni” fisiche, rappresentate da cubi di marmo bianco che, con parole incise sulla superficie superiore, fissano il flusso narrativo delle registrazioni, mentre una litania in sottofondo, creata dall’artista, sostiene le voci degli intervistati per tutta la durata del racconto. La parola scolpita nel marmo diventa simbolo del tentativo di trattenere la memoria preservandola dall’oblio, conferendole al tempo stesso il carattere poetico che permea l’intera opera.

 

 

Sul piano figurativo, i vocaboli incisi (alcuni dei quali in dialetto), la narrazione riprodotta e la roccia marmorea creano una triangolazione simbolica che rimanda al ruolo della pietra come testimone che assorbe, custodisce e racconta gli eventi. Per tale ragione, la performance trova la sua più autentica espressione nella relazione con il contesto sociale della comunità: i partecipanti non si limitano a ricevere il suono delle parole e i suoi significati, ma attivano un ascolto profondo ed emozionale che li coinvolge direttamente. Viene pertanto riproposto il tipo di legame che l’artista ha instaurato con i suoi intervistati:

Sono state registrate voci di anziani che vivono nella casa di riposo di Mineo, a cui è stato chiesto di raccontare un evento, un ricordo o ciò che avevano rimosso da tempo. Si è creato così un momento di condivisione, in cui le loro storie sono diventate mie. L’idea di “portar fuori” dei pezzi di pietre, ovvero le voci che sono chiuse nelle case e le parole dimenticate, ha l’intento di capovolgere il pensiero stesso di opera d’arte che di solito è circoscritto all’interno di un museo o di un luogo fruibile per pochi. Le pietre che verranno portate all’esterno potranno essere ascoltate da tutti, ragionando anche sull’habitat stesso della pietra che in quel luogo potrà risuonare di voci che attingono dal passato per dirci qualcosa del presente e riguardo futuri possibili.

Durante la performance, verranno letti estratti di testi che esplorano il ruolo della pietra e il suo legame con la memoria, agendo da “contralto” all’esperienza artistica e arricchendo il percorso emozionale con importanti suggestioni che non solo riguardano la comunità di Mineo, ma si rivolgono a un uditorio ampio, differenziato, universale.

Sarà inoltre pubblicato un piccolo libretto a cura di Francesca Renda, edito da Edizioni Mauriane, che contiene il concept del progetto, il processo creativo che ha portato alla realizzazione dell’opera e una biografia di Noemi Mirata, accompagnata da un commento sui suoi lavori precedenti.

Si auspica per l’installazione dei cubi marmorei una successiva fase itinerante.

 

 

Noemi Mirata è nata a Mineo nel 1995. Dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Catania con una specializzazione in Pittura, si è trasferita a Milano e si è diplomata in Arteterapia all’Accademia di Brera. Attualmente vive e lavora a Milano.

La sua ricerca si sviluppa seguendo un flusso naturale e mira a spingere l’osservatore oltre ciò che appare, attraversando il piano superficiale delle cose e catapultandolo al di là. In particolare, ciò che interessa all’artista è indagare il rapporto tra la natura e l’essere umano, così come le storie e i meccanismi sapienti del mondo vegetale. Questo l’ha portata a lavorare anche con temi come il territorio, il corpo, la perdita e il racconto. Ha tenuto diverse mostre personali tra cui: La memoria sogna forme liquide (curata da studiohomeawareness, Milano, 2024) e Proserpere. Indicativo presente (a cura di Laura Brambilla per ArtCity, Bologna, 2023). Ha realizzato diverse installazioni site-specific e ha partecipato a numerosi workshop e mostre collettive. Di recente ha vinto la residenza SIM residency presso Reykjavik, Islanda.

 

Comunicato stampa di Giulia Campanella