Out of Africa
la mostra di Iole Carollo per un viaggio verso le origini
È possibile ripercorrere il tempo tornando alle nostre origini? Possiamo ricostruire un percorso a ritroso che ci conduca alla culla in cui siamo nati? A queste domande apparentemente astratte e riflessive, Iole Carollo, archeologa e fotografa classe 1977, fornisce risposte concrete con la sua mostra Out of Africa in corso presso lo spazio culturale 2LAB di Catania. Il progetto espositivo è visitabile fino al 20 aprile 2022.
La mostra nasce dall’omonimo libro (a cura di Benedetta Donato) realizzato dall’artista, una raccolta di fotografie ricche di significato, contenuto storico e di testimonianze che Iole Carollo ricava da conversazioni intrattenute con alcuni amici migranti. È proprio la migrazione il centro focale della mostra, concentrando lo sguardo dell’osservatore verso realtà apparentemente lontane ed estranee, ma che appartengono alla storia dell’uomo, senza assurde distinzioni di razza.
Il presente è il punto di partenza e il mare delle immagini della fotografa non è più il limite o il confine da superare, ma diventa poeticamente quel percorso riflessivo e significante che ci conduce in direzione del passato. Le testimonianze schiette e reali di uno spostamento che avviene da secoli e che col tempo muta nel contenuto, ma non nella forma, ci restituiscono non solo uno sguardo sulla storia dell’umanità e dei suoi processi di spostamento che hanno ampliato la vita in tutto il mondo, ma ci sottolineano in modo crudo come questi spostamenti ad oggi abbiamo un carattere drammatico e di emergenza.
La mostra si apre con la veduta di un mare calmo e che trasmette serenità, ma in cui la fotografa inserisce, esattamente sull’orizzonte, il segnale di SOS in codice Morse. Il risultato è immediato, uno shock visivo e concettuale che destabilizza l’osservatore e gli fornisce la giusta chiave di lettura verso ciò che può anche sembrare meno comprensibile, come l’immagine apparentemente astratta di una coperta termica, purtroppo conosciuta per i salvataggi di migliaia di migranti in mare, che sulla superficie dell’acqua appare come la visione aerea di una costa dalla quale partire.
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In collaborazione con il Museo Archeologico Antonio Salinas di Palermo, Iole Carollo realizza l’opera più raffinata e intellettuale dell’intera mostra: una raccolta di piccole fotografie di still life in pieno stile di catalogazione, con le quali raffigura tutto ciò che l’uomo ha lasciato e continuerà a lasciare come sua traccia. In quest’opera i reperti archeologici vengono affiancanti ai futuri ritrovamenti storici, figli della nostra contemporaneità e della società del consumo, fondendosi e mimetizzandosi, come se fossero già pezzi museali che narrano delle abitudini dell’uomo, delle sue religioni e delle sue politiche. Da questa prospettiva è possibile apprezzare la poetica della fotografa-archeologa che attentamente fa della storia la sua matita per abbozzare la vita dell’uomo.
Infine il viaggio, il salto oltre i muri che oggi si innalzano per separare i luoghi e le persone, la corsa di un uomo, un’azione apparentemente comune, ma che da un luogo all’altro muta il suo significato, diventando ora una corsa contro il tempo, ora una fuga disperata.
Out of Africa non si pone esclusivamente come una mostra fotografica, ma come riflessione storica sulla natura dell’uomo, rendendo la fotografia il medium per l’analisi diretta di un processo di migrazione che nel tempo ha modificato i significati che racchiudeva e che oggi siamo abituati a conoscere tramite i media televisivi e non tramite ben riusciti eventi culturali e artistici.