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I “Martedì dello SHAZAM

all’Archivio Storico di Palermo

 

Negli anni ’80 la mafia palermitana stava vivendoun periodo di “rottura”, scaturito da quel conflitto interno all’organizzazione mafiosa conosciuto come ‘Seconda Guerra di Mafia’, in cui le fazioni criminali imposero il proprio potere con un numero impressionante di omicidi. Quasi ogni giorno il quotidiano L’Ora riportava in prima paginale vittime della feroce mattanza mafiosa.

 

 

Sotto la Palermo sventrata dalla mafia però, vi era un volto inedito del capoluogo siciliano, un volto underground, vivo, pulsante: così al locale Shazam, grazie a un gruppo di amici artisti (Guido Baragli, Stefano Morici, Maurilio Prestia e Tiziana Palumbo, noti come I Fantastici Quattro), i martedì sera divennero i martedì dello SHAZAM, l’occasione per ballare insieme musica new wave e dark dal titolo ispirato ai martedì di New Orleans.

 

Maurilio, Sergio e Guido @SHAZAM.

 

Parte di questa fervente scena alternativa palermitana era anche il fotografo Toni Bono, fotoreporter nell’agenzia “Laboratorio D’IF” di Franco Zecchin e Letizia Battaglia, lecui iconiche foto sono esposte dopo quarant’anni con la mostra Shazam! /I migliori anni della nostra vita-Palermo 1983/1984″, curata da Gaetano La Rosa e in corso dal 28 Settembre al 19 Ottobre presso l’Archivio Storico di Palermo. I settantacinque scatti prodotti nel biennio 1983/84 testimoniano non solo le stragi mafiose ma anche la vivacità della sottocultura dark cittadina, con la serieDarkwave Generation Palermo 1983-1984″.

 

 

La contrapposizione tra i due temi dimostra quanto l’ascoltare (e il ballare) musica new-wave non fosse solo svago o mero spirito provocatorio, ma un vero e proprio atto di resistenza culturale e di sopravvivenza, un incontro di menti accomunate da un’urgenza creativa: le immagini del corpo di Luigi Davì, strangolato nel bagagliaio della sua auto, o dell’orazione funebre di Don Angelo La Rosa per Pietro Perez in Vucciria, si alternano ad immagini di una Palermo che “sembra Berlino ancora prima di Berlino”, una Palermo “eretica”, punk e sfacciata nel voler essere altro da ciò che la mafia l’aveva condannata ad essere.

 

ragazzo con giubbotto di pelle, cinturone, occhiali da sole e cappello

 

Nel visitare la mostra si prova la sensazione di star guardando un documentario: si rimane colpiti dalla spietatezza e dalla sincerità delle composizioni di Bono, “pulite” pur nella loro forza violenta; ci si sente coinvolti nelle scene ambientate allo Shazam, anche se non si è stati partecipi di quell’epoca e quella collettività.

 

Il bacio di Baragli

 

Le foto sono accompagnate dal dipinto Il Bacio, (che riprende uno scatto di Bono in mostra) ad opera di Baragli – considerato il primo punk palermitano col nome di battaglia di Video – e dalla fanzine WOFS – #WallOfSoundsFestival: stampata con un’impaginazione e una grafica che ricordano quelle de L’Ora, la fanzine alterna la cronaca del contesto storico con i racconti di una Palermo popolata da “anarchici, ex-anarchici, situazionisti, creativi” e delle loro imprese (come picchiarsi tra punk e freak a Villa Sperlinga), con testi di Gaetano La Rosa e Piero Melati, ex de L’Ora.

 

Giuseppe con drag queen_light

 

La spregiudicatezza, e una certa tenerezza, dei protagonisti degli scatti del locale rendono Shazamun progetto al di là dell’operazione amarcord, ricordandoci che il punk è soprattutto libertà, e divertimento.

 

26/10/82 – Orazione funebre di Don Angelo La Rosa per Pietro Perez_Vucciria