Mathias Malling Mortensen
for SARP 2021
Abbiamo incontrato Mathias Malling Mortensen, artista danese in residenza presso il Sicily Artist in Residence Program 2021. Mathias arriva alla fine della sua residenza con una personale sulle influenze che la sua ricerca ha subito grazie al soggiorno presso Linguaglossa. Pacato e leggermente abbronzato, Mathias sembra essersi ben assestato ai nostri caldi ritmi, e – forse con una vena nostalgica – ci premette fin da subito che il suo studio è semivuoto perché a breve dovrà ripartire. Giusto in tempo per assistere alla preview della sua mostra personale che si svolge giovedì 28 luglio presso il nuovo spazio espositivo di Palazzo Previtera.
Mathias ci mostra le letture che lo hanno accompagnato in residenza tra cui testi sulle maggiori correnti artistiche tra Roma e Milano e una monografia sull’arte tutta al femminile “ho scoperto Carla Accardi stando qui in Sicilia e assieme ad altre pittrici tra cui Georgia O’Keeffe ho avuto modo di confermare l’idea che i loro lavori spiccano per una maggiore sensibilità, palpabile al primo sguardo”. Mi sorprende, ma mi prepara alla visione dei suoi lavori: riflessioni sulla luce, creature foto-sensibili letteralmente. Durante la sua permanenza Mathias ha avuto la possibilità di meditare davanti le finestre del palazzo e da impressionista post litteram ne ha studiato i cambiamenti di intensità. L’evoluzione è evidente nella sua mostra, se in principio le tele sono cupe a tratti gotiche – non a caso lo incuriosiscono le vetrate delle chiese, amplificatrici di luminosità – le più recenti sono imbevute della luce solare del Sud, non la fredda luce bianca ma la più mite luce gialla, leit motiv delle pareti dello spazio, scandite dalle finestre a griglia. “Le finestre con le loro griglie mi hanno fatto da supporto per tagliare la visione e montarla a mio piacimento, veri mezzi modulari e grafici, un esercizio visivo e tanto vicino alle correnti astratte danesi”, ci spiega e non possiamo fare a meno di paragonare i suoi esercizi alle maioliche e i motivi geometrici e modulari degli stili avanguardistici e sperimentali di metà Novecento. L’allusione alla tipica decorazione in ceramica siciliana è immediata grazie all’allestimento nella parete in cui debordano massicciamente tracce di pietra lavica delle costruzioni precedenti.
“La grafica è un’altra mia grande passione, mi dà la giusta disciplina, credo che ogni artista debba cimentarsi nella grafica e in altri campi” e lo capiamo dopo aver visto i suoi papercut, ancora da allestire, sul pavimento: qui le finestre-esercizio si sono smaterializzate, la luce ha penetrato così a fondo da disperdersi per assumere tutti i colori possibili proprio come succede al raggio di luce quando si riflette in un prisma. Gli intagli più o meno geometrici restituiscono la somiglianza con le matrici da stampa e generano un lavoro a doppio senso, il positivo visibile e il suo possibile negativo.
I lavori sono realizzati quasi interamente in blu (fa eccezione il primo in cui verdeggiano rami d’albero) e Mathias tiene a sottolineare il suo legame con le teorie sul colore di Kandinskij per cui l’azzurro è il colore dello spirito. Qui il blu intenso dei papercut ricorda le onde del mare specialmente per gli effetti schiumosi a cui l’acquerello sottopone la carta, ma anche il blu scuro che (non)vediamo se chiudiamo gli occhi e meditiamo davanti una finestra.
La mostra personale Inner sound sarà visitabile a partire da venerdì 29 luglio ore 18.30
Presso via Dante Aligheri 22, Linguaglossa
Aperta tutti i giorni 18.00 – 20.00.