Progetti in quarantena
L’autoriflessione dell’arte in lockdown
Sono due le capacità che contraddistinguono l’uomo quando viene travolto da un evento inaspettato: lo spirito di adattamento e la duttilità di reinventarsi.
Siamo stati costretti a ridurre la nostra realtà entro uno spazio limitato, confinato non solo dal punto di vista pragmatico, ma anche umano. Eppure la fortuna di vivere in un’era digitale, ci ha permesso di ricreare una realtà parallela in cui poter trasferire le nostre idee e pensieri, provando a rigenerare le nostre interconnessioni.
E in questo magma virtuale il sistema dell’arte ha trovato nuova linfa vitale in progetti nati all’interno dei social network, esplorando le potenzialità delle piattaforme effimere ma dal grande impatto visivo e comunicativo.
L’arte ha provato a salvarci dal nostro torpore, a rialzarci dai nostri affanni, a riempire il vuoto della paura, spingendo l’acceleratore sulla creatività e stimolando i recettori percettivi, spesso lasciati sopiti dalla velocità del presente. Artisti, curatori, gallerie hanno dato vita ad opencall, a momenti di riflessione artistica partecipata, rendendo il pubblico parte attiva della loro produzione mediante dei veri e propri happening 2.0, a progetti esclusivi in cui i protagonisti del mondo contemporaneo riformulano l’identità dell’arte messa in discussione dal periodo del lockdown.
Tra i vari progetti virtuali, molti dei quali sono stati raccolti nell’archivio/progetto di saloonmilano.org e che potete scoprire sul profilo instagram, ne citiamo alcuni che hanno riscosso una certa attenzione da parte dei followers.
AUTOPROGETTAZIONE
Autoprogettazione nasce da un’idea curata da Toni Merola, Nicola Pellegrini e Bianca Trevisan, promossa e sostenuta da Galleria Milano, ed è una rilettura della celebre mostra Proposta per un’autoprogettazione di Enzo Mari, esposta nella stessa galleria nel 1974. La ricerca del designer si era focalizzata sulla deviazione dei meccanismi della produzione industriale dominante attraverso il coinvolgimento del pubblico nella realizzazione di mobili homemade, basati su disegni e istruzioni forniti preventivamente. Gli oltre sessanta artisti partecipanti, sulla stessa scia della mostra degli anni settanta, hanno procurato una sorta di piccolo manuale di istruzioni per permettere alle persone di ricreare da casa le loro opere d’arte con l’utilizzo dei mezzi a propria disposizione. Un processo di ricreazione perpetua che fa dell’opera una riproposizione di infinite possibilità. I lavori così realizzati sono stati postati sui social e ricondivisi sul profilo instagram.
LA CASA DEL PANE
La Casa del Pane, dispositivo itinerante di arte partecipata concepito da Gandolfo Gabriele David incentrato sulla panificazione, ha aperto un contest curato da Dimora Oz: La Casa del Pane web Project. Il pubblico viene invitato a realizzare dei simboli fatti con il pane, principio di nutrimento per il corpo e per lo spirito. Una volta creata la forma da rappresentare e il significato cui si vuole alludere, si chiede ai singoli partecipanti di condividere attraverso uno scatto o un video una breve presentazione. La casa e il pane sono concepiti come elementi di una quotidianità vissuta nella sua semplicità.
L’UMANITÀ É SCOMPARSA
L’artista visiva Rebecca Agnes dà vita ad un progetto personale dal titolo L’umanità è scomparsa. Da sempre la ricerca della Agnes vede coinvolgere il pubblico nella creazione delle sue opere in un processo compartecipato. In questo lavoro l’artista chiede ad amici l’invio di un disegno di un virus, reale o immaginario, che verrà trasferito in una serie di ricami, tema su cui l’artista lavora già da diversi anni. Vengono presentati tre ricami, di cui uno realizzato con la collezione di frasi di Rebecca. Gli altri due creati grazie alla collaborazione di persone vicine all’artista. Si tratta di due tovaglie, una grande e una piccola, e di una camicia da notte della bisnonna. Quest’ultima scelta racchiude l’essenza del contagio. L’abito quale portatore di una carica virale che passa da persona a persona, ma assunto come contenitore di legami ideali e personali.
THE COLOURING BOOK
Milano art guide ha presentato un progetto curato da Rossella Farinotti e Gianmaria Biancuzzi in una piattaforma online, The Colouring Book. Numerosi artisti di diverse generazioni sono stati invitati a realizzare dei disegni in formato A4, in bianco e nero, pronti per essere stampati e colorati dai visitatori con lo scopo di portare un po’ di svago a tutti durante questi momenti bui e senza luce. Un atto di spensieratezza in un flashback di ritorno al passato, quando da bambini ci si divertiva con i colori a matita e i pennarelli.
CLIPS D’AMIS
Casa Cicca Museum, ispirandosi a Chambre d’Amis di Jan Hoet (1986) in cui furono ospitati lavori di diversi artisti in cinquanta case con l’auspicio di abbattere le barriere della distanza, ha creato un progetto analogo rivisto attraverso l’occhio del periodo attuale, Clips d’Amis. Come si intuisce dalla traduzione, si invita gli amici di Casa Cicca a realizzare un video-clip raccontato con una dedica, una storia, un punto di vista sul momento alienante e contraddittorio che si sta vivendo. Un diario di quarantena le cui voci narranti esprimono con immagini e testimonianze questo stato di sospensione del tempo.
CONFINI ART PROJECT
Via Farini e Vera Pravda hanno creato un instaproject che vaglia la dimensione del confinamento, sia esso di natura fisica, mentale, intellettuale. Il progetto Confini indirizzato in primis agli artisti in residenza e ai frequentatori dell’Archivio, ma esteso agli operatori dell’arte e non, invita a documentare la realtà dell’isolamento con foto e filmati. Pensato e creato sui social, il progetto nasce come raccoglitore di memorie istantanee, come sono le storie di instagram, visioni catturate nell’evanescenza dell’attimo trascorso distante dal reale, contemplato nel virtuale.
POSTCARD FROM QUARANTINE
Opencall è quella pensata da Confetti Zine, Postcard from Quarantine. Aperta a tutti, si invitano gli utenti ad inviare un’immagine, una foto o un disegno che rappresenti il periodo vissuto in quarantena. Il materiale selezionato è stato postato poi sul profilo intagram e trasformato in cartoline reali inviate direttamente a casa.
PENSIERO VUOTO
Un progetto di ricerca e riflessione è quello curato da Renata Fabbri e Leonardo Caffo, Pensiero vuoto. Si tratta di un ciclo di interviste a giovani artisti e operatori culturali under 30. Vengono poste tre domande che permettono di far riflettere sul mondo dell’arte contemporanea durante l’emergenza covid e sul dare una soluzione alla ripartenza dopo la crisi. Cosa significa essere giovani in cattività? Cosa sarà urgente pensare e fare dopo? Cosa sarebbe stato urgente pensare e fare prima? Vari punti di vista, diverse profonde riflessioni riportate dalle giovani voci del mondo del contemporaneo.
BE COMING
Il collettivo curatoriale di Venezia a.topos decide di coniugare il visivo con il linguaggio poetico nel progetto be.coming. Quattro artiste visive Madalnea Corrêa Mendes (Portogallo), Francesca Martini (Italia), Cosima Montavoci (Italia) e Valentina Rosa reinterpretano pittoricamente i passi selezionati dal repertorio della poetessa Laura Guarnier. I social Possono diventare la nuova frontiera di fruizione estetica e creativa.
HOME SHUT HOME
Linda Fossati ha curato un progetto-mostra site specific a casa di un artista, Homeshuthome. Una personale che raccoglie le opere prodotte unicamente senza l’intervento di terzi. Lo spettatore entra in gioco, solo nel momento, in cui l’opera è già fruita e raggiunge così la sua completezza. Può un’opera esistere senza chi la fruisce? Le prime due artiste coinvolte sono Milica Jankovic e Rebecca Agnes.
RADIO TRAUM
Radio Traum sconfina nell’universo delle radiofrequenze: un format radiofonico in cui ogni puntata viene raccontata da travolgenti speaker che narrano i sogni delle persone durante la pandemia. Un archivio effimero che mette insieme parole, musica, suoni e riflessioni.
POINTS OF VIEW
Points of view è un progetto solidale realizzato da Marianna Santini con l’appoggio di Cecilia Giannini, Margherita Bellinzoni e di Matteo Mauro. Vuole essere innanzitutto la creazione di un grande archivio on line in cui custodire i ricordi dei giorni di isolamento sociale di artisti e creativi di fama nazionale e internazionale. Viene richiesto di inviare un’immagine del lavoro realizzato, accompagnata da una scheda tecnica e una sinossi. Le opere sono state postate sulla piattaforma online e sui canali social e messe all’asta, la cui vendita è stata devoluta a sostegno dell’INMI L. Spallanzani e ai Medici senza frontiere.L’idea è quella anche di creare a fine quarantena una mostra collettiva da realizzare nel mese di ottobre.
La riflessione su cui dobbiamo soffermarci è quella di continuare a valutare quanto il digitale possa influire sulle tradizionali pratiche dell’arte contemporanea. Stiamo vivendo una rivoluzione dei pensieri, in un tempo in cui dallo stato di emergenza possiamo trarre vantaggi e percorrere nuove strade.
In copertina: Renata Boero, Alfabeto Personale in Autoprogettazione.